Castelfranco di Sopra, borgo in provincia di Arezzo
Altitudine: m. 130-1550 s.l.m. il borgo è situato a 250 metri
Abitanti: 2870
Patrono: San Tommaso Apostolo, 3 luglio
Come si raggiunge: In auto Autostrada A1 uscita Valdarno tra Arezzo e Firenze; in treno Stazione Fs di san Giovanni Valdarno
Distanze in km: Pisa 145km; Siena 45, Firenze 38, Arezzo 35.
Internet: www.comune.castelfranco-di-sopra.ar.it
Castello Franco è il nome di questa terra fondata dalla Repubblica di fiorentina alla fine del XIII secolo quale distaccamento a scopi protettivi e di rifornimento delle derrate alimentari. Per popolare questa zona, Firenze liberò dalle tasse per dieci anni qualunque persona avesse scelto di traslocare. Oltre che “franco”, il castello era sopranominato “di Sopra” perché collocato a monte di Firenze.
La Storia
Nel 1299 viene fondata Castelfranco da parte della Repubblica di Firenze che, nel ripiano adiacente alla badia di Soffena dove già c’era il piccolo borgo di Casuberti, decide di innalzare una “terra nuova” per incoraggiare i traffici commerciali con la Valdarno e controllare militarmente il territorio. Per colonizzare, si attirarono abitanti dai borghi vicini. All’inizio del Trecento sono conclusi il Palazzo Comunale, la Loggia antica di Arnolfo di Cambio nella piazza e le mura.
Nel XVII sec., c’è un forte miglioramento della vita sociale che porta alla realizzazione di nuovi edifici, quali l’Oratorio di San Filippo, Palazzo Renzi, il Convento delle Agostiniane.
Nel XIX sec., vengono abbattute molteplici edifici storici del passato, quali la Loggia e le mura; successivamente Castelfranco è separata da Firenze e assorbita nella provincia di Arezzo.
Da vedere:
il Palazzo Comunale dove si possono vedere le carceri ancora intatte, sulla facciata sono presenti gli stemmi dei podestà e nella sala consiliare è da osservare l’affresco della Madonna del latte di fine XIV secolo. Scendendo dalla piazza lungo via Cavour si trova la Chiesa di San Filippo Neri, dove all’interno sull’altare centrale, secentesco, vi è una pala di San Filippo del fiorentino Matteo Rosselli è nella cappella laterale, la Vergine col Bambino della scuola di Andrea del Sarto.
Casa Campa in via Piave arreca l’immagine di un cavallo con vicino il giglio fiorentino scolpita sulla facciata, ad denotare che era una stazione di posta dove si lasciavano i cavalli. Dalla parte opposta della strada c’è la Cappella della Compagnia dei Bianchi, modificata nel ‘500.
Un'altra struttura da vedere è il ‘700 Palazzo Sassolini in via Veneto, dove si trovano anche i resti di costruzioni del XV e XVI secolo. In via Roma, infine, è collocato il Teatro Comunale dedicato a Wanda Capodaglio.
Poco lontano dal capoluogo si erge il bellissimo complesso monumentale della Badia di San Salvatore a Soffena formata da una chiesa, chiostro e convento. Nel 1090 il monastero fu affidato ai monaci vallombrosani e nel 1394 venne riedificata la chiesa nelle forme attuali. L’interno della chiesa ci sono affreschi di scuola senese e fiorentina del XV secolo, tra cui la Madonna col Bambino di Paolo Schiavo e un’Annunciazione del Cassone Adimari.
La campagna sopra la strada dei Sette Ponti è ricoperta di case torri, , case coloniche piccole frazioni e resti di castelli feudali. Nei paraggi, un panorama d’ulivi e ordinate sistemazioni agrarie a terrazzamenti. Sotto alla Setteponti.
Il prodotto del borgo:
Tra i prodotti c’è l’olio e il vino: il primo, dal gusto forte e non acido, altro prodotto tipico della zona; il vino come il Chianti Doc dei Colli Aretini.
Il piatto del borgo:
I piatti tipici sono la pappa al pomodoro, i crostini con milza e fegatino, il pollo alla diavola, la schiacciata con l’uva e i rocchini di sedano.