Insediamenti umani nel Parco Nazionale Foreste Casentinesi, Monte Falterone, Campigna
Le prime esperienze umane risalgono verosimilmente circa 7000 anni fa,cioè nel mesolitico, quando i uomini primitivi risalirono queste vallate per dare la caccia caprioli, cervi ecc.
Tra il 1600 e il 1300 a.C., iniziò da parte di pastori nomadi che si insediarono nella zona, aumentata dagli etruschi all’inizio del VII a.C. con l’apice nel VI e V secolo a.c.
A questo periodo appartengono le circa 650 statuette che nel 1838 furono scoperte nel lago, sopranominato, oggi, degli idoli.
In epoca romana gli stanziamenti aumentarono anche per il rilievo che assunsero nelle comunicazioni i passi e le strade locali di connessione, come fra Chiusi e Bologna. Con il la fine del sacro Romano Impero, nella zona si stabilì il sistema feudale e spuntarono castelli con mansioni di difesa e controllo delle vie di comunicazione e del territorio.
Castelli e pieve
I paesi che accerchiano il parco sono pieni di documenti storici. Il merlato castello pretorio di Poppi, dei conti Guidi , fu innalzato tra il XIII e il XV secolo e presenta una severa facciata con un’alata torre: importante nella cittadina anche la chiesa di San Fedele. A Romana si trova il castello di Pratovecchio costruito intorno al’XI secolo e un importante pieve, innalzata nel XII secolo su un edificio del X secolo. Bibbiena è il centro più rilevante del Casentino toscano. Ha la bella chiesa di San Lorenzo, il palazzo dei Dovizi del cinquecento e la chiesa di San Donato e Sant’Ippolito, del XII secolo. A 1,3 km c’è il santuario rinascimentale di santa Maria del Sasso. La chiesa parrocchiale di Stia, che ha ancora all’interno l’originale struttura romanica del XII conserva tesori dell’arte di alto valore.
Bagno di Romagna famosa per le acque termali adoperate per fanghi, inalazioni e bagni, ha nella quattrocentesca basilica di Santa Maria Assunta pregiate opere d’arte, tra le quali, una Madonna con Bambino della scuola di Andrea del Sarto. Il più rilevante centro abitativo del parco è Badia Prataglia, centro forestale originatosi per la graduale associazione di nuclei di case, vicino alla chiesa, ultima costruzione rimasto dell’antica abbazia da cui il borgo prende la denominazione.