Vegetazione (macchia e boschi) del Parco Nazionale dell' Arcipelago Toscano
La macchia mediterranea, non è una vegetazione naturale, ma risulta dall’azione umana sui boschi sempreverdi. Cancellati gli alberi, si ingrandiscono gariga o macchia, che sono comunità vegetali in fiacco progresso verso lo stato climax di foreste sempreverdi. Lo stato arboreo della macchia è formato di solito dalla quercia sempre verde, dal leccio, dalla quercia di sughero, dall’olivastro e dal carrubo.
Gli arbusti modellano nella macchia un manto denso con foglie lucide e robuste in grado di opporsi alla salsedine e ai venti marini; i più comuni sono il lentisco, il mirto, il corbezzolo, dai frutti sferici rosso-arancioni, l’alaterno, le due filliree e due specie di ginepro coccolone e il ginepro fenicio. Stanno invece alla stato di arbusto il cisto e il rosmarino, le cui specie più comuni sono il cisto canuto, e con fiori bianchi, il cisto femmina e il cisto di Montpellier.
Lo viluppo della macchia viene anticipato dal cisto, che forma tappeti da cui poi si allargano le prime piante: la quercia da sughero rimane vivo di solito alle fiamme, l’erica arborea è invece una delle più lente a riprendere. Lungo le coste dell’Italia meridionale e della Sardegna sviluppa anche la palma nana, l’unica presente in Europa allo stato spontaneo.