Superficie: 36.426 ettari, di cui 5329 di proprietà dello stato e 18.820 di proprietà delle due regioni; 31.222 ettari sono coperti di foreste, 900 ettari sono soggetti a protezione integrale.
Altitudine massima: 1658 m slm
Collocazione: il Parco nazionale delle foreste Casentinesi salvaguarda una lunga fascia del crinale Appennino tosco-romagnolo avente come cuore pulsante le foreste demaniali Casentinesi, quelle del monte Falterona, di Campigna e della Lama, per lungo tempo racchiuse nel granducato di Toscana.
Regione. Toscana, Emilia Romagna
Province. Forlì, Arezzo e Firenze
Comuni: Bibbiena, chiusi della Verna, Poppi, Pratovecchio, Stia (Arezzo); Bagno di Romagna, Portico e San Benedetto, Premilcuore, Santa Sofia, Tredozio (Forlì); San Godenzo, Londa (Firenze).
Quando andare: la semplice altitudine permette visite importanti per tutto l’anno. D’estate le fitte foreste regalano refrigerio anche nei periodi più caldi, ma sono certo la primavera e l’autunno a regalare gli spunti più importanti e grandiosi; in inverno molte strade forestali si modificano in percorsi per sci alpino o di fondo.
Attività per i visitatori: escursioni a cavallo o a piedi, in inverno, con gli sci. L’Ente parco prepara per i visitatori serate con riproduzioni, dibattiti, congressi sugli aspetti naturalistici, socio-economici e culturali del Parco, nonché camminate tematiche e altre attività culturali. In tutti i centri sono utilizzabili punti di informazioni con servizio guide per le gite tematiche ed gite nelle maggiori località.
Come si raggiunge:
In auto: cinque strade statali valicano gli Appennini all’interno del confine del Parco. Da nord a sud: la SS 67 Tosco-romagnolo, da Forlì a Pontassieve attraverso il passo del Muraglione (907 m); la SS 9 ter del Rabbi, da Forlì a San Godenzo attraverso la Colla dei Tre Faggi (999 m); la SS 310 del Bidente, da Forlì a Poppi per il passo la Calla (1096 m); la SS 71 Umbro-Casentinese-romagnola, da Ravenna ad Arezzo per il passo dei Mandrioli (1173 m); la SS 208 della Verna, da Bibbiena a Pieve Santo Stefano per il valico dello Spino (1055 m).
In treno: Linea secondaria Arezzo-Pratovecchio-Stia, nel versante toscano.
In Pullman: sono utilizzabili le linee della ATR (tel. 054721401) nel versante romagnolo, della SITA (tel. 0575 742999) e della LFI (tel. 0575398845) nel versante toscano.
Sentieri: il parco è dotato di una rete ben indicata di strade forestali e di sentieri chiuse al traffico motorizzato. Alcuni sono corredati con segnaletica di informazione e costruzioni di appoggio all’escursionismo, come aree di sentieri e sosta. Alcuni dei sentieri sono parte di due circuiti escursionistici di importanza nazionale: il primo è la GEA, grande escursione Appenninica, che percorre il Parco lungo il crinale da passo dei Mandrioli a quello del Muraglione; il secondo è il GCR,Grande Circuito Romagnolo, che ha diverse soste all’interno del Parco.
Alloggio: gli unici centri di importanza all’interno del parco dove è probabile trovare alloggio sono Badia Prataglia, Serra Valle e Moggiona. Comode disposizioni si possono avere presso agriturismo che regalano anche visite accompagnate a piedi o a cavallo. Alcuni degli alberghi e dei rifugi sul crinale si trovano lungo i più rilevanti sentieri escursionistici. Tutti i comuni del parco concedono ampia scelta di alloggio e ristoro: si può optare tra alberghi di differenti categorie, ostelli, pensioni e campeggi. Bagno di Romagna è anche una celebre stazione termale famosa sin dai tempi dei Romani.
L'equilibrio perfetto tra la natura e l'uomo
Il Parco Nazionale delle foreste Casentinesi, non è solo il parco delle grandi foreste secolari del crinale tosco-romagnolo, ma è anche quello del rapporto armonico tra la natura e l’uomo. In questi territori, “intra Tevere et Arno”, per dirla con Dante, in valli rivestite da un manto fitto di foreste, con radure tranquille, torrenti che scendono a valle saltando tra cascatelle e scalinate di roccia, abbiamo anche pregiate documentazioni storiche. Famoso il monastero e l’eremo di Camaldoli, il santuario francescano della Verna. Qui scaturisce l’Arno, il fiume di Firenze che “per mezza Toscana spazia/ un fiumicel che nasce in Falterona/ e cento miglia di corso nol sazia”.
Qui sono i panorami esaltanti di Dante e da Petrarca e che influenzarono viaggiatori, scrittori e poeti. Il crinale dell’Appennino tosco-romagnolo, spina dorsale del Parco Nazionale, è formato da composizioni piuttosto analoghe marnoso-arenacee sul versante romagnolo e più eterogenee in quello toscano, dominato dal macigno del Mugello.
Quest’ultimo, generatosi nel Miocene inferiore, è formato da siltiti laminate e in minor misura da marne, calcari e arenarie. Le cime più alte sono quelle del monte Falco, circa 1658 m, e del vicino monte Folterona, con 1654 m. Verso la Romagna, le alture cadono dapprima in valli aspre e profonde, con affioramenti rocciosi, che più in basso si addolciscono con pascoli, poderi e coltivi abbondanti con manifestazioni erosivi e franosi causati dalla antica eliminazione delle foreste. Verso la Toscana le quote discendono più delicatamente, più ricche di foreste e con paesaggi primitivi di cui non si trovano tracce umane recenti, che invece si trovano più in basso, dove le foreste si diluiscono nella campagna piena di borghi, attualmente simile ai panorami toscani del ‘400. Nella valle del Bidente si schiude il lago di Ridracoli, originato dalla realizzazione di una diga per motivi idropotabili.